d.g. Marino: Non solo carattere, ma anche qualità
Pierpaolo Marino, d.g. del Napoli, ha rilasciato un'intervista a "Napoli Magazine" in occasione di un incontro avvenuto nella redazione casertana di Cronache di Napoli: "Napoli-Juventus? Mi auguro che si possa vedere un grande calcio e sia un'occasione di fratellanza. Napoli, come ha sempre fatto in questi grandi appuntamenti, deve dimostrarsi all'altezza. Sono sicuro che i napoletani si comporteranno bene, perche' ci guarda il mondo e non solo l'Italia.
Scaramanticamente non parliamo di risultati. Siamo onorati degli auguri di Lippi, perche' e' un campione del mondo ed e' un ex napoletano. Lippi ha sempre mostrato rispetto per le sue origini "napoletane"; siamo orgogliosi che Lippi abbia dedicato tanti pensieri a questa partitissima. Napoli-Juve e' una gara bella da vivere. Poterla affrontare da pari a pari, in serie A, e' un primo step realizzato del nostro programma societario.
La rifondazione di De Laurentiis prosegue. Ci siamo trovati la Juventus in serie B come un ostacolo; era più un fastidio che un onore affrontarla sulla strada per la promozione. Ora che siamo in A e' motivo di orgoglio e piacere. Non saremo remissivi. Juve intimorita? Non e' un vantaggio. I bianconeri sono solidi; sanno valutare gli avversari e rispettarli. Le dichiarazioni possono essere anche di facciata.
Se veramente c'e' un timore da parte della Juve dobbiamo dimostrare di essere all'altezza sul campo. Il carattere visto all'Olimpico? E' una nostra caratteristica. Abbiamo calciatori di qualita', destinati a crescere nel tempo. Con gli investimenti di De Laurentiis possiamo migliorare, sempre di più, questa rosa. Ci tengo pero' a ribadire che e' una squadra che ha anche qualita', oltre al carattere.
Seguo ogni giorno la rassegna stampa sul Napoli e devo dire che l'idea di Cronache di Napoli, come del Corriere del Caserta, di puntare sui giovani mi piace. Sono tornato a Napoli perche' mi ha affascinato subito il progetto di De Laurentiis e perche' avevo lasciato un discorso in sospeso 17 anni prima, con la conquista dello scudetto e della coppa Italia, per banali malintesi. Sapevo che non era giusto, ma sapevo pure che sarei ritornato.
Non pensavo pero', quando mi sono dimesso, che sarei tornato a Napoli dopo 17 anni altrimenti non lo avrei mai fatto. Credo di essere ritornato come fanno gli amici del cuore che si vedono nel momento del bisogno. Lasciare Udine quando era in Champions, dove la famiglia Pozzo e i tifosi mi hanno dato grande affetto, e' stato un atto di amore verso il Napoli. Ringrazio Dio di essere riuscito in fretta con l'energico aiuto del presidente De Laurentiis a riportare il Napoli dove doveva stare: in serie A.
I grandi nomi? Non sarebbero funzionali al progetto perche' dobbiamo pensare soltanto a crescere. Mi metto anche io tra gli apprendisti pur essendo al ventesimo campionato di serie A ed al trentunesimo della mia carriera. Questo non significa che ci e' vietato lottare alla pari con tutti. Il calcio e' costituito da un gruppo di lavoro. Se ci sono giocatori motivati e' possibile dare fastidio a tutti. Lo abbiamo visto a Roma: tutti erano pronti a contare i gol di scarto con i quali i giallorossi avrebbero battuto il Napoli ma le cose sono andate diversamente.
Non avendo la sfera di cristallo, era difficile pronosticare un pareggio del Napoli all'Olimpico. Quando ce la giochiamo alla pari provo un grande orgoglio, perche' come tutti i napoletani ho seguito il declino azzurro negli ultimi 12 anni. A Udine, infatti, sono stato in tutte le pizzerie e i ristoranti napoletani, perche' per me erano un vero e proprio rifugio. Leggevo nei loro occhi la tristezza dei napoletani, che mi chiedevano perche' il Napoli doveva subire queste mortificazioni.
Anche pensando a loro, sono contento e felice per quello che stiamo realizzando. E' un lavoro durissimo. Solo persone come De Laurentiis e il nostro management potevano affrontare quest'impresa. Non vi nascondo che di notte, dormendo, penso a tutte le voci dei napoletani che chiedono di riportare il Napoli a grandi livelli. So che c'e' affetto e fiducia. Spero di sbagliare il meno possibile, anche se gli errori li commetto come fa ogni essere umano.
Quando vedo la felicita' dei tifosi mi sento rinascere; lo stesso sentimento lo provano De Laurentiis e i calciatori del Napoli, che tentano di fare il possibile. Quando arrivera' qualche errore, che e' sempre dietro l'angolo, mi auguro che ce lo perdonerete. Il gol di Gargano? De Laurentiis, come me, e' molto scaramantico. Questo gol mi ha fatto venire alla mente quello che disse un telecronista sportivo quando segno' Ciccio Romano la rete del 2-1 alla Juventus nell'anno dello scudetto: affermo' che la rete era stata di Romano sul campo, ma al mercato era stato un gol di Pierpaolo Marino. Spero che possa portare bene al Napoli.
L'acquisto più importante? De Laurentiis. Risorse economiche per tenere i campioni? Dipende dal presidente. Rullo? E' giusto che aspetti, e' giovane e ci sara' spazio. Perche' non gioca Calaio'? Non si puo' giocare in 12. De Laurentiis non deve fare dichiarazioni troppe calde a fine partita? Non do consigli a nessuno sul modo di parlare. De Laurentiis, prima di parlare, pensa a lungo e sa cosa dice.
Un esterno sinistro a centrocampo? Troppo facile, preferisco i consigli più difficili. Un settore allo stadio per le famiglie? Difficile da organizzare a Napoli, come in tutte le altre citta', anche se e' una bella idea. Per vedere il Napoli, De Laurentiis sta anche 10 ore in aereo: non so come riesce a farlo". All'incontro sono intervenuti: M. Farina (ass. allo Sport della Provincia di Caserta), D. Palmiero (dir. Cronache di Napoli), Gianfranco Lucariello (Cronache di Napoli) ed il deputato P. Squeglia. napolimagazine.