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TELESE TERME - I ministri non possono scendere in piazza e se lo fanno mettono in scena una incompatibilità insanabile. Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema interviene, alla festa dell'Udeur a Telese Terme, sulla polemica in merito alla partecipazione di esponenti dell'esecutivo alla manifestazione del 20 ottobre contro il protocollo del Welfare promossa dalla sinistra radicale: "Se i ministri manifestano contro il governo questo pone dei problemi al governo. E' una contraddizione insostenibile".

In particolare D'Alema sottolinea l'incoerenza di un eventuale simile gesto. "Il cittadino che va alla manifestazione chiederebbe a quel punto al ministro che è in piazza con lui: 'Allora ora perché non ti dimetti?'. E' la loro posizione, della sinistra estrema, che diverrebbe contraddittoria e insostenibile".

La presenza dei ministri in un contesto di protesta, per D'Alema, "sarebbe un segno di debolezza e non di forza. Chi governa non fa i cortei contro il governo ma governa". Quanto alla possibilità di crisi di governo paventata ieri da Mastella, D'Alema ha precisato di non usare "l'espressione 'crisi di governo' anche per ragioni scaramantiche".

"Elezioni anticipate? Propaganda". Il titolare della Farnesina scansa poi con decisione l'ipotesi di elezioni anticipate. "Non ci sarà nessuna elezione in primavera - ha precisato D'Alema - Ho l'impressione che gli annunci di Berlusconi siano come quelli delle sette religiose che fanno annunci che non si avverano mai. Insomma, è solo propaganda". Per il resto, il ministro precisa invece che "che la legislatura si va stabilizzando".

Damiano: "Sarebbe crisi". D'accordo con il vicepremier è anche il ministro del Lavoro Cesare Damiano. "Non è utile che i ministri partecipino a manifestazioni di piazza - ha sottolineato Damiano da Genova a un dibattito alla 62esima festa dell'Unità - Non si può essere contemporaneamente ministri di governo e di lotta". Per Damiano, la presenza di ministri alla manifestazione del 20 ottobre "vuol dire mettere in crisi il governo e se cade il governo Prodi non ci sarà un nuovo governo di centrosinistra e ci si assume la responsabilità di consegnare il paese ad un ritorno del centrodestra".

(1 settembre 2007)