CALMA E SANGUE FREDDO
Non ci eravamo depressi dopo la sconfitta con il Cagliari di sette giorni fa, non ci esaltiamo adesso dopo la sonante batosta inflitta all'Udinese. Anche se a riguardare i numeri del Pocho Lavezzi, verrebbe voglia di urlare a tutti eccitazione e meraviglia per una prestazione individuale che tanto mancava al pubblico partenopeo.
Il Napoli ha disputato una partita quasi perfetta, lo sarebbe stata se non ci fossero stati quei primi dieci minuti di attesa, forse la migliore da quando De Laurentiis e Marino hanno preso in mano le redini di società e squadra. Il merito primo va accreditato al tecnico goriziano Eddy Reja, autore di una splendida regia nella prima domenica di settembre, e stravincitore del duello con il giovane Pasquale Marino.
E sì, Reja ha messo in campo l'undici migliore, nonostante le critiche piovute in settimana sull'insistenza dell'allenatore nel perseguire il suo disegno difensivista all'insegna del 3-5-2. Una squadra accorta ma velocissima nel ripartire, grintosa nel pressing ma pronta nelle ripartenze in contropiede. Insomma, non ci sembra blasfemo ritenere la prestazione della squadra un vero e proprio capolavoro; ovvio, bisogna restare con i piedi per terra, siamo appena alla seconda gara di campionato. Ma il Napoli di ieri ha realmente esaltato chi ha potuto ammirare le prodezze degli undici in campo, da casa o direttamente dallo stadio.
MARINO E IL SUO RITORNO
Il suo ritorno da amarcord è stato festeggiato nel migliore dei modi. Una cinquina da nessuno preventivata, ma giunta con merito e autorevolezza. La prestazione di ieri ha messo in evidenza la sagacia con la quale Marino ha saputo intervenire sul mercato, apportando i giusti correttivi alla squadra vincitrice in serie B.
Le pecche dello scorso anno erano legate soprattutto alla lentezza ed alla mancanza di creatività a metà campo; e ieri il Napoli ha stravinto la gara proprio a metà campo, dove Reja schierava i tre acquisti estivi Hamsik, Gargano e Blasi, facendo letteralmente ammatire i tre dirimpettai bianconeri. E non ci vengano a dire che i tre mediani udinesi hanno solo 65 anni anni in tre. La somma degli anni dei tre moschettieri azzurri faceva 70; quindi c'è poco da discutere.
Ma bisogna ammettere che Gargano ed Hamsik hanno saputo dare al gioco del Napoli una verve ed una velocità impressionanti. Ieri Gargano sembrava un folletto ammattito; al 90simo correva ancora dietro agli avversari come se la sua squadra stesse perdendo, se poi ci aggiungiamo una precisione geometrica nei lanci e negli appoggi, verrebbe quasi da dire che Pizarro e Gattuso stanno bene dove sono, a Napoli c'è El Mota, Il Puffo.
LA MERAVIGLIA
Non c'è altro aggettivo per definire la prestazione di Lavezzi. Meravigliosa, da stropicciarsi gli occhi. I tifosi partenopei non vedevano giocate così, forse dai tempi di Zola. Un possesso di palla straordinario, una velocità da centometrista, altruismo sotto porta, freddezza con il piede sinistro, che tra l'altro non è il suo.
Davvero mirabilie per questo ragazzo di ventidue anni, semplice ed umile come un mancato elettricista (meno male), in grado di fare ammattire la difesa udinese con la complicità fondamentale di Zalayeta, abile nel creargli gli spazi. Da destra, da sinistra, per vie centrali; senza mai dare punti di riferimento, il Pocho ha saputo creare scompiglio continuo nella retroguardia udinese, attaccando di continuo Mesto, rendendolo così inoffensivo.
Bisognerà ora, proteggere questo ragazzo dall'entusiasmo unico della gente di Napoli, talvolta soffocante ed eccessivo verso i suoi beniamini, per permettergli una crescita sana e progressiva. Ne siamo certi, quello che abbiamo visto ieri non è il frutto del caso; Lavezzi è un futuro campione, è arrivato a Napoli il 5 luglio del 2007, esattamente ventitrè anni dopo l'arrivo di Lui. Un segno del destino? Chissà, l'importante è che Napoli ed il Napoli sappiano rispettare la giovane età del ragazzo senza chiedergli miracoli.
LA TATTICA
Un Napoli piazzato a meraviglia in mezzo al campo. Difesa straordinaria, con un Cupi che rappresenta il 7mo acquisto dell'estate, e Cannavaro e Domizzi impeccabili. Il capolavore Reja lo fa a metà campo, schierando Grava a destra come martello ai danni di Dossena, e Savini a sinistra con il compito di non superare mai la metà campo.
Così il terzino romano assicura assistenza a Domizzi nella marcatura di Quagliarella, non dovendosi preoccupare delle discese di Mesto, praticamente allo sbando nel vano tentativo di seguire Lavezzi. A metà campo Gargano è un leone: non sbaglia praticamente un passaggio, lancia Lavezzi da cinquanta metri per il primo goal, serve allo stesso argentino un pallone d'oro per la sue rete personale, e recupera una quantità infinita di palloni, annichilendo a turno Sivok, Eremenko e Boudianski.
Blasi e Hamsik al suo fianco completano un quadro perfetto. Di Lavezzi abbiamo già parlato; il tandem con Zalayeta funziona alla perfezione. Il Panteron rappresenta una sponda utile nel gioco aereo e nel far salire la squadra, ma sono notevoli anche le sue abilità con i piedi. Segna due goal, ed ora sarà difficile per Reja rinunciare a quei due. In settimana, proprio nella nostra esclusiva intervista, Antonio Conte, aveva parlato in termini entusiastici dei due attaccanti ieri titolari.
LA SOSTA
Questi quindici giorni di sosta vanno benedetti; soprattutto per stemperare l'entusiasmo talvolta deleterio, dovuto a un risultato confortante, così come è accaduto all'Udinese. Il Napoli si è comunque confermato squadra da trasferta così come lo era stato in B. Lo schema 3-5-2 premia gli azzurri soprattutto quando non è il Napoli a dover fare la partita.
Questo tipo di schieramento, basato sulla velocità e sul ritmo, ha giovato tantissimo della verve di Lavezzi e degli sprint sulla linea mediana di Gargano e Hamsik. Qualche problemino permane sulle fasce, forse più a sinistra che a destra. Grava non ha la tecnica e la bravura di Cafù, ma tatticamente è preziosissimo: ieri ha aggredito la fascia svariate volte, soprattutto senza palla, costringendo sempre un avversario a rinculare, permettendo l'inserimento a turno di Blasi o Gargano.
Savini, per caratteristiche e scelta, non è un esterno; ottimo nella fase difensiva, non gli si può chiedere di offendere per una partita intera. E quando si gioca in casa, con squadre che si difendono in nove, come ha fatto il Cagliari, la prestazione di ieri diventa difficile da ripetere, soprattutto senza la spinta sulle fasce. Ma questo non è il momento delle polemiche, ieri è stato il giorno del trionfo per Reja e per il suo 3-5-2. Un plauso ai tifosi friulani, per lo striscione in onore di Marino, e per gli applausi al goal di Sosa. Complimenti.
Redazione Calcionapoli1926.it - Salvatore Fasano