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SSC Napoli

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2007 00:32
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Fabio Capello: «Ottobre rosso per il Napoli? No, rosa»


Fabio Capello parla della squadra azzurra, del suo amico Reja ed è ottimista in vista delle prossime tre sfide. La valigia pronta per Genova. Stasera commenterà insieme a Marco Civoli la gara della nazionale, opposta ai carneadi georgiani. Ieri era nella sua casa di Lugano, residenza fissa di Don Fabio: «Non abito più a Legnano, mio figlio mi ha sfrattato». Il rampollo di casa Capello, brillante avvocato, ha ereditato il bellissimo appartamento in Lombardia.

Il tecnico friulano si è trasferito in Svizzera: «Bella e tranquilla Lugano, non lontana da Milano, ideale per un vecchietto come me». Un pensionato che ha appena vinto uno scudetto a Madrid e che ora è opinionista di punta della Rai: «Per ora va bene così. Quando arriverà l’offerta giusta mi rimetterò in pista. Mi godo le bellezze del mondo e questa nuova esperienza televisiva». Fabio iniziamo dagli auguri: quelli che ancora devi fare al tuo amico Edy, 62 primavere lo scorso 10 ottobre. «Approfitto del “Roma” per mandargli un sincero abbraccio. Mi scuserà per la dimenticanza, ma quando ha spento le candeline ero con mia moglie a Madrid. Sono rientrato a casa ieri».

Reja, per molti, è il Capello dei poveri. «Che brutta etichetta. Lui è un ottimo allenatore che ha vinto 4 campionati di B ed uno di C: questo è Edy. Un amico vero, una persona speciale conosciuta negli anni belli della gioventù. Dormivamo nella stessa camera a Ferrara, allora si viveva a casa di altre famiglie non c’erano ancora i convitti. Due friulani in Emilia. Uscivamo insieme con le rispettive fidanzatine, oggi nostre attuali consorti. Quanti ricordi e quante birichinate: eravamo giovani». Chi trova un amico di solito rimedia un tesoro.

Edy, grazie a te, ha vinto le perplessità verso Zalayeta. «Non la metterei così. La cosa si è sviluppata in un altro modo. Edy mi ha chiesto informazioni non solo su Marcelo ma anche su Blasi ed io gli ho fornito ampie garanzie. Il resto lo hanno fatto lui e la società. Ad un amico non posso mica dare informazioni sommarie e sbagliate. Ero certo che i due avrebbero fatto comodo alla squadra azzurra. Zalayeta ricorda per certi versi Sosa, ma è più giovane dell’argentino. Sa sacrificarsi, tatticamente è intelligente e fa vita da professionista, un dettaglio importante. Per come era costruito il centrocampo serviva uno come Blasi.

Grinta da vendere, determinato come pochi: calciatore da Napoli». Reduce da un week-end poco sereno l’allenatore partenopeo. Se era scontato un successo dell’Inter, nessuno si aspettava la sfuriata di De Laurentiis: poco gradita la gestione dei cambi al Meazza. Tutto rientrato, ma lo stupore resta. «Mica è da oggi che i presidenti vanno a volte sopra le righe. Magari la colpa è di qualcuno che mette strane idee in testa a De Laurentiis: la solita corte dei miracoli. Ma il mio amico ha , come dice lui, le spalle di marmo: mica allena da un giorno». Capello ha lavorato con Silvio Berlusconi che ad Ancelotti ha dettato spesso strategìe tattiche. Per tutti valga l’editto delle due punte. «Ricordo. Con me andò diversamente. Ha sempre rispettato le mie idee. Io ascolto tutti, l’ho sempre fatto nell’arco della mia lunga carriera, poi decido di testa mia. Non amo sbagliare con la testa degli altri».

Il “Corriere dello Sport” in un sondaggio effettuato due giorni fa ha scoperto che Lavezzi è risultato il miglior acquisto dell’estate calcistica. «L’argentino è un ragazzino interessante visto che ha bei colpi abbinati ad una devastante velocità. Un investimento saggio che darà i suoi frutti nel tempo. Oggi va lasciato crescere e maturare senza caricarlo di troppe tensioni. Deve ancora capire bene il nostro calcio. Ad esempio, è ancora troppo innamorato del pallone. Ma vanta tanta tanta qualità: quindi è destinato a migliorare. L’importante è non chiedergli un miracolo a partita».

Altro virgulto di origine controllata è lo slovacco Hamsik. «Quando ero al Real lo abbiamo seguito. Un centrocampista di grande livello, considerando che ha appena vent’anni. Lo paragonano a Nedved? Odio, da sempre, ogni tipo di raffronto. Ogni calciatore è uguale solo a se stesso. Diciamo che non è proprio un’amenità affermare che ricorda Jugovic, soprattutto per i suoi inserimenti». Dopo la sosta si va a Roma, poco dopo Juve e Fiorentina. Reja lo ha definito “ottobre rosso”. «Io che amo la pittura ci metterei dentro un po’ di bianco e lo chiamerei “ottobre rosa”. Penso, e spero, che i partenopei porteranno qualcosa a casa nelle prossime 3 gare, smentendo gufi e pronostico».

Marino non vuol sentire nemmeno parlare di salvezza, la piazza sogna addirittura la qualificazione Uefa. Capello come si pone? «Credo che gli azzurri debbano puntare ad una stagione tranquilla senza perdere l’ambizione di sognare in grande. Quando ti chiami Napoli non puoi definirti una semplice neopromossa, mica sei una provinciale. Quindi tutti restino con i piedi per terra ma senza perdere di vista le zone che contano. A volte l’entusiasmo, ed anche un tantinello di incoscienza, può dare frutti insperati. Edy porti a casa prima possibile i punti permanenza, poi si vedrà. Può disporre dei 70mila del San Paolo: mica tutti possono farlo».

Reja a Napoli, Capello a Roma: piazze intriganti ma difficili per gli allenatori. «Una giusta considerazione. Nella capitale, come sotto al Vesuvio, prevalgono gli eccessi: nel bene e nel male. Un giorno sei bravo, l’altro un incapace. Pressione ai limiti di guardia ma vincere in quei posti è magico. C’è passionalità, amore vero per i colori sociali». Visto l’affetto per Reja non è esclusa una capatina al San Paolo? «A Fuorigrotta è impossibile visti i miei impegni serali con la Domenica Sportiva, ma prometto ad Edy che sarò allo stadio in una delle prossime trasferte al Nord. Avrà il mio sostegno. L’affetto invece c’è sempre». Non ci sono dubbi in materia Don Fabio.
Tratta dal Roma - Francesco Caputo
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