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SSC Napoli

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2007 00:32
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PAOLO CANNAVARO, UNA GARANZIA A PRESCINDERE DAL COGNOME, Il difensore partenopeo è arrivato alla definitiva maturazione.
Non sarà stato facile per il signor Paolo Cannavaro farsi apprezzare nel dorato mondo del calcio. Perché quel cognome tanto casuale quanto ingombrante gli avrà certamente fornito l’obbligo, da chiunque, d’essere paragonato al fratello. Che, a parte la laurea di campione iridato, aveva dimostrato d’essere difensore di caratura mondiale ancor prima della vincente finale di Berlino. Così, la chiamata in Nazionale, arrivata a poco più di ventisei anni, deve esser sembrata al più giovane dei due scugnizzi quasi una liberazione, la maniera migliore d’affrancarsi dal costante paragone col fratello. Che comunque c’è e resterà nel tempo, così com’è stato per i fratelli Mazzola e per chi ha avuto la fortuna di proseguire il cammino del padre, vedi Cesare e Paolo Maldini e Bruno e Daniele Conti. E diventa inevitabile cercare paragoni, pure se le due icone familiari non giocano nello stesso ruolo. Figurarsi per i fratelli Cannavaro, laddove entrambi ricoprono la stessa zolla di campo, quella dedicata al difensore centrale. Di Paolo sappiamo che non s’è mai affranto per le comparazioni, e che del “madrileno” ha accettato consigli e quant’altro, al fine se non di ricalcarne le orme, almeno di non essere considerato un “fratello sbagliato”. E a Napoli, ora che il più piccolo s’è sdoganato dalla “marcatura” del signor Fabio, c’è chi sogna di vederli entrambi con la stessa maglia, quella biancoceleste, baluardi insormontabili d’una retroguardia che potrebbe perfino trovare una sorta di reincarnazione in Azzurro. Sì, questo potrebbe essere l’obiettivo di Donadoni, sbarcare nell’Europeo 2008 con una coppia di difensori centrali formato famiglia. Uscito di scena Nesta, l’alternativa a Materazzi diventa a questo punto il minore dei Cannavaro. Che magari non vincerà il Pallone d’Oro come Fabio, ma che comunque regala sicurezza sulla Maginot della difesa di Reja. Forse Euro 2008 rappresenterà il passaggio del testimone. A volte i sogni diventano realtà. Basta chiedere in famiglia.

Goal.com
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23/10/2007 15:09
 
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La difesa resta il vero punto di forza del Napoli


Il Napoli ha sempre avuto nella difesa il suo punto forte. Ma i numeri dicono che dopo aver preso due gol alla prima giornata, e dopo essere stato imbattuto per quattro gare, sono arrivati 8 gol nelle ultime tre gare. C'è di che preoccuparsi? In linea di massima no.

I primi due gol sono arrivati contro il Genoa. Un autogol di Cannavaro (per altro dopo un'azione che aveva palesato disagi della squadra sulla fascia di sinistra, che Reja ha corretto solo dopo il primo gol), e un gol in contropiede, abbastanza fortuito di Sculli. A Milano prendere due gol dall'Inter ci sta. Purtroppo la squadra nerazzurra è "immarcabile". Se la aspetti di frega di potenza, se pressi alto, ti infila in contropiede. Qualche errore a Milano oggettivamente c'è stato. Ma non si può fare un'accusa specifica.

A Roma il Napoli ha preso 4 gol, giocando, dal punto di vista difensivo, una gara perfetta. Se non ci si limitasse a guardare i numeri, ma si analizzassero le fasi di gioco, ci si renderebbe immediatamente conto che i giallorossi, che in genere grazie al loro gioco producono almeno dieci occasioni nitide da gol a partita, contro il Napoli non sono mai riusciti a creare una azione limpida.

I quattro gol sono venuti il primo su rigore, per un'ingenuità di Cannavaro, con tre giocatori pronti a chiudere l'inserimento di Perrotta. E poi sono venuti con tre tiri da lontano, complice la giornataccia di Iezzo. Quindi, anche se c'è qualcuno che lo ha fatto, ipotizzare un momento di crisi del reparto difensivo è quanto meno improvvido. Certo, ci sono meccanismi che vanno perfezionati.

E c'è la qualità degli attaccanti di A che in genere non perdona come capitava lo scorso anno in B. Però la difesa azzurra sin qui ha fatto alla grandissima la sua parte. Certo aiutata da un centrocampo che finalmente fa per intero la sua parte. Una considerazione, ora forse è anche lecito farla, sul campionato. Che orai è già diviso in blocchi precisi. C'è una squadra sola al comando: l'Inter.

La grande forza dei nerazzurri è che vincono anche quando giocano male. La Roma per vincere ha bisogno di giocare benissimo, e non sempre succede, soprattutto non sempre gli avversari te lo permettono. Immediatamente più in basso, tolto il Milan (che senza Kakà è però una squadra al massimo da zona Uefa), ci sono le squadre da tutti indicati come le più forti alle spalle della squadra di Mancini, quelle destinate a giocarsi i posti per la Champions.

Poi nel giro di due punti, dai 12 ai dieci punti ci sono otto squadre (più il Milan che è destinato a risalire): quando si dice che il Napoli può lottare per un piazzamento tra il sesto e il dodicesimo posto evidentemente non si dice una cosa banale. In coda si sono staccate già in 4. E Reggina, Livorno e Siena erano, forse insieme al Catania, da tutti indicati come le principali candidate alla retrocessione.

Se al posto del Parma (che paga la perdita di Rossi, ma ha pur sempre una discreta squadra) ci fossero gli etnei, potremmo dire che i giochi, in un certo senso, dopo 8 giornate, sono già fatti, almeno per grandi linee.
Redazione (mondonapoli)
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23/10/2007 15:11
 
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Ultimi tagliando per Napoli-Juventus


Oggi con molta probabilità termineranno i tagliandi per Napoli-Juventus, ieri erano 5.000 questa mattina già 3.500 quelli ancora disponibili. La corsa al biglietto sta per esaurirsi per i partenopei mentre per i tifosi bianconeri che avranno a disposizione l'intero settore ospiti inizia questa mattina la prevendita con biglietto al costo di 22,50 €. pianetanapoli.
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La febbre di Napoli-Juventus, 10 ore di aereo per De Laurentiis


Gli ultimi biglietti stanno andando letteralmente a ruba. «Ne restano a disposizione ancora cinquemila», ha comunicato ieri sera il Napoli, lasciando un sottile spiraglio di speranza ai ritardatari. Ma la maggior parte delle rivendite autorizzate, terminate le scorte a disposizione, ha già chiuso in anticipo i battenti. Manca solo l´ufficialità, ormai, alla conferma del tutto esaurito, attesa al massimo entro oggi pomeriggio.

I biglietti venduti, dopo l´ultima verifica effettuata dal Napoli, sono poco più di 30 mila, a cui devono essere sommati i 22.500 abbonati e i 4 mila posti del settore Ospiti, anche quelli sicuramente pieni. Ancora in circolazione, dunque, dovrebbero restarne anche meno dei 5 mila ipotizzati dal club azzurro, visto che la capienza totale del San Paolo è di 60.250 posti. Stamattina l´ultimo assalto al botteghino dello stadio, dove pure ieri ci sono state lunghe file, per fortuna senza disagi. È già esaurita le curva B, disponibilità molto ridotta per la tribuna Posillipo (80 euro), la tribuna Nisida e i Distinti (30 euro) e la curva A (22 euro), esclusi i diritti di prevendita (di un euro) per ogni ordine di tagliandi.

Di gran lunga più esoso, anche se i botteghini sono ancora aperti, è il pedaggio che hanno già cominciato a chiedere i bagarini, entrati in possesso dei biglietti contro ogni regola. Ieri, nei paraggi dello stadio e nella zona di Fuorigrotta, ce n´erano in azione almeno una dozzina. Questi i primi prezzi del mercato nero per la super sfida di sabato sera al San Paolo: curve 35 euro, tribuna Nisida e Distinti 70. Ma le cifre, a partire da stasera, sono destinate a moltiplicarsi, dopo l´annuncio del tutto esaurito. Chi paga, visto che i tagliandi sono nominativi, correrà il rischio di essere bloccato al varco di ingresso e identificato. «Non ci saranno controlli speciali, è una notturna. La confusione è garantita», sono certi dell´impunità i bagarini, che promuovono il loro prodotto.

In molti correranno il rischio, anche se le forze dell´ordine si stanno preparando alla controffensiva. Domani è previsto un vertice, in cui il piano di sicurezza al San Paolo (la partita di sabato è a rischio 3) sarà messo a punto nei minimi dettagli. Proibita la vendita di bottiglie di vetro (e forse perfino di plastica) agli ambulanti e ai negozianti della zona. Sarà serrata la caccia ai bagarini e ai loro clienti. Per chi è senza biglietto, e non vuole avventurarsi nelle trappole del mercato nero, c´è una via d´uscita abbastanza costosa.

È ancora in corso, infatti, la infinita campagna abbonamenti del Napoli, nonostante siano passate otto giornate dall´inizio del campionato di serie A. Chi compra una tessera, automaticamente, acquisirà il diritto ad assistere alla super sfida con la Juve. Dopo essersi perso, però, quelle già giocate dagli azzurri: Cagliari, Sampdoria, Livorno e Genoa.

Sono giorni di follie, oltre che di file. Merito dell´impresa di Roma, che ha risvegliato di colpo la euforia dei tifosi azzurri. A Napoli, per la sfida con Juve, arriveranno anche dall´estero.

Prenotazioni di biglietti, infatti, sono giunte da Svizzera e Germania. Il viaggio più pazzo, però, sarà quello di Aurelio De Laurentiis, ripartito ieri per il Medio Oriente (Oman, Qatar e Golfo Persico). Il presidente, fino a venerdì, seguirà di persona le riprese del prossimo film di Natale, a bordo di una nave da crociera. «Ma tornerò in tempo per essere al San Paolo sabato sera...», ha giurato a Reja e ai giocatori, salutandoli dopo la festa all´Olimpico.

De Laurentiis, che aveva già volato per dieci ore per essere a Roma, spera di viverne un´altra contro la Juve. Più completa, però, visto che al fianco del Napoli ci saranno anche i tifosi, che non hanno potuto assistere alle ultime tre gare contro Genoa, Inter e i giallorossi. Niente restrizioni, invece, per la super sfida con i bianconeri. Ma si tratterà, purtroppo, soltanto di una parentesi. Da Firenze, dove ieri si è svolto un vertice in prefettura, confermano che i sostenitori azzurri non sono graditi per la partita del 31 ottobre con la Fiorentina. Il veto dell´Osservatorio del Viminale è in arrivo.
Redazione (Repubblica)
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24/10/2007 01:04
 
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Napoli-Juve: Quanti uomini s’intrecciano nella storie delle due squadre


NAPOLI - Si scrive Juventus, si legge Napoli: e il paradosso dell’esistenza calcistica è in quel filo sottilissimo che - improv­visamente - riesce ad aggrovigliare una rivalità così imponen­te fino a sopprimerla. Si scrive Napoli, si legge Juventus: e la contraddizione in termini è in quell’abbraccio fatato (non fa­tale!) che cancella ruggini e veleni, asprezze e distanze, peral­tro mai appartenute ai protagonisti.

La Napoli-Torino bianco­nera è un’autostrada lastricata da incroci sentimentalmente corretti, storie di vite vissute un po’ qua e un po’ là: perché se si scrive Ranieri, ad esempio, si riscopre il suo debutto con il Campania, il suo Napoli post-Maradona, due anni che comun­que ebbero un senso. Si scrive Palladino e si agitano i rim­pianti d’un Napoli ante- De Laurentiis incapace di frenare l’emorragia di talenti e di avocare a sé le grazie d’un fine di­citore dalla trequarti in su.

Si scrive Ciro Ferrara e si legge Ju­veNapoli, sussurrato così, senza trattini, quasi come se un uo­mo, ora dirigente e in passato campione su due sponde, riuscis­se a fondere due anime diverse fino a farne una sola. Si scri­ve Molinaro e si dilata l’amarezza d’un Napoli cieco, che cer­to non poteva che fallire, avendo sprecato troppo tempo a la­sciarsi scappare pure i gioiellini dell’hinterland salernitano.

E poi si scrive Belardi e sembra un’eternità, invece è appena l’altro ieri, il primo Napoli di De Laurentiis, i giorni di Pae­stum, la faticosa ricostruzione. E se si scrive Nocerino, si ri­legge un’estate spesa ad aspettare un sì, o si finisce a Santa Lu­cia, cuore azzurro ora tinteggiato un po’ di bianconero. La Ju­ventus in vernacolo napoletano: chi l’avrebbe detto?
Redazione (Corriere dello Sport)
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24/10/2007 01:06
 
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Lodi: bomber per Frosinone, ma con il Napoli nel cuore


Lodi, Empoli, Frosinone, Napoli. No, non è una domanda di "Chi vuol essere milionario" in cui viene chiesto di mettere in ordine da nord a sud quattro città. Il protagonista è un altro, l’attuale capocannoniere della Serie B, che di mestiere, tra l’altro, non fa nemmeno l’attaccante: Francesco Lodi, il mancino di Napoli, che proprio al San Paolo sogna di arrivare, un giorno o l’altro.

GOL IMPORTANTI - Contro la Triestina nell’ultima giornata di campionato il fantasista del Frosinone ha messo a segno due gol su rigore, che lo hanno portato in vetta alla classifica dei bomber in compagnia del pisano Castillo. Ciò che più conta, tuttavia, è che grazie ai gol di Lodi (otto, in totale) i ciociari sono in zona playoff, davanti a corazzate come il Lecce e il Mantova. Si può sognare? Senz’altro sì. Anche perché a Frosinone Francesco si trova perfettamente a suo agio: già nella stagione scorsa era arrivato alla doppia cifra di realizzazioni, mettendo in mostra tutto il suo talento.

SALTO - Una scelta, quella di passare nell’estate del 2006 dall’Empoli ai gialloblù, che aveva fatto discutere. Non per il trasferimento in sé, piuttosto per lo sbalzo: lasciare la squadra dove si era cresciuti, che aveva appena raggiunto il settimo posto in A, per andare al Frosinone, neo-promosso in B. Quando, poi, molte altre società si erano interessate a lui, che nell’Under 19 era considerato allo stesso livello, se non addirittura meglio, di un certo Alberto Aquilani. "Avevo bisogno di giocare con continuità – avrebbe poi spiegato Lodi –, ma anche di riavvicinarmi a casa". Ovvero, a Napoli. Una decisione che, per il momento, sta pagando buoni dividendi.

LEGAME STRETTO - I mancini nella zona del San Paolo e dintorni suscitano sempre brividi. Se poi battono punizioni e rigori come Francesco, allora le cose in comune aumentano. Un po’ alla maniera dei fidanzati, che si cercano, si mandano segnali e poi concludono. La "fidanzata" di Lodi è Napoli, città dov’è nato nonché squadra per cui fa il tifo. Eppure non ha mai giocato nemmeno un minuto in maglia azzurra. Mancanza che, ovviamente, conta di cancellare al più presto, trascinando il Frosinone a grandi traguardi.
Francesco Caputo (gazzetta.it)
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GARICS: CONTRO LA JUVE AVREMO LA SPINTA DEL SAN PAOLO
SONO CRESCIUTO INSIEME AL GRUPPO. SONO FELICE DI AVER SCELTO NAPOLI.
MI ALLENO PER MIGLIORARE NEI CROSS. IN SERIE A BASTA UN ERRORE E SEI FREGATO.

Il giovane difensore del Napoli Gyorgy Garics ha rilasciato un'intervista pubblicata dal sito ufficiale della società: "Un anno di Napoli mi ha fatto crescere tanto". Da giovane di belle speranze a certezza della Nazionale austriaca e protagonista azzurro sul grande palcoscenico dell'Olimpico. Gyorgy Garics era un ragazzo trasognante quando è arrivato a Napoli, oggi è un uomo sereno.
Quanto e cosa è cambiato da quell'agosto del 2006 a oggi?
"Tanto. Sono arrivato qui come un emergente, come un investimento per il futuro. Come un tesoro da scoprire. Ma spesso i tesori si tengono nascosti. Invece qui sono riuscito a mettermi in mostra. Certo, non nego che all'inizio ho dovuto affrontare varie difficoltà. Vengo dall'Austria e giocare in Italia è dura per tutti. Questo è il calcio più difficile d'Europa. E poi siete campioni del Mondo. Non una volta ma quattro volte nella storia. E non è certo un caso. A me restava solo di lavorare sodo e cercare di migliorare. Ho avuto la fiducia di tutti e sono cresciuto insieme al gruppo. Mi sono messo a studiare anche l'italiano per comunicare bene e subito, anche perché sono un appassionato di lingue. Ed oggi devo dire che mi trovo benissimo e che sono felice di aver scelto un grande club come Napoli".
Ed è arrivato anche il debutto su un grande campo: l'Olimpico. Eri emozionato a partire dall'inizio in un match così?
"Un po' sì. Anche perché lo posso definire il vero esordio contro una grande squadra visto che ho giocato anche a San Siro con l'Inter ma sono subentrato a gara iniziata. Però col passare dei minuti entri in trance agonistca e non pensi all'avversario che hai davanti. In fin dei conti o avere Mancini e Totti o avere un altro dirimpettaio non dico che sia uguale ma finisci per dimenticarlo col passar del tempo. Alla fine è andato tutto bene. Siamo stati bravi, è stato un gran match ed abbiamo dimostrato di poter esprimerci alla pari anche con una squadra da scudetto quale è la Roma".
Adesso, però, arriva subito la prova del nove contro la Juve..
"Beh, che dire: ci tocca. Ma di certo non ci tiriamo indietro. Anzi abbiamo intenzione di giocarcela come sempre. E' nelle nostre caratteristiche andare in campo senza remore e cercheremo di affrontare al meglio anche la Juve. E poi sono certo che avremo una spinta enorme dal San Paolo. Lo stadio sarà stracolmo e ci darà una grande mano. Di certo, però, dovremo stare attenti a non lasciare campo a loro. La Juve quest'anno si è rinnovata, è sulla strada di una ricostruzione e stanno dimostrando di avere carattere. Sarà una partita aperta. Ma noi vogliamo fare la nostra parte, fino in fondo".
Parlavi di crescita. In cosa pensi di dover ancora migliorare?
"C'è sempre da migliorare, figuriamoci per un giovane come me. Personalmente penso di dover cercare di più l'uomo e la spinta offensiva. Sono queste le caratteristiche che deve avere un esterno. Anche sui cross cercherò di lavorare per fornire assist più mirati e precisi. Ma devo anche stare attento a non lasciare campo all'avversario diretto. Nel campionato italiano puoi fare benissimo tutta la gara ma basta un errore, una leggerezza, un contropiede e sei fregato. Soprattutto in serie A gli errori non te li perdonano".
Redazione NapoliSoccer.NET - Intervista tratta da sscnapoli.it
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La coppia che fa sognare Napoli


Tutto in una volta. Anzi, in due: un’abbuffata e via, verso il grande digiuno. Tutto a Udine, in un pomeriggio di magie e di illusioni, in un’ora e mezza tra prestigiatori e dribblomani, in novanta minuti da lunapark del calcio: un Lavezzi da sballo, una doppietta di Zalayeta, tutto lì, o quasi. Perché poi, sette giorni dopo, sarebbe stata ancora un’ubriacatura, ringraziando però soprattutto Castellazzi e Bastrini, soci occulti di Marcelo Danubio Zalayeta, al terzo rapinoso tap in prima di sparire.

Chi avesse poi incastrato il Pocho e il Panterone nessuno può ben dirlo, però i numeri hanno un’anima in pena e recitavano a soggetto: l’ultima rete dell’argentino era datata proprio stadio Friuli, 2 settembre, dunque un mese e mezzo fa, dunque 565 minuti fa; l’ultimo acuto del panterone era appena più recente, 16 settembre, al San Paolo alla Samp, 497 minuti, un’eternità. Cercasi il gol, cercasi disperatamente; e cercasi in due, non individualmente.

Cercasi un gol, uno soltanto, magari sporco come quello di Udine, sull’uscita incerta di Chimenti, oppure in…omaggio, come il frittatone confezionato nell’area doriana: cercasi, purché sia un gol. Cercava il gol Zalayeta, che nella sua vita non ne ha mai segnati tanti, ma che a Napoli è stato voluto da Reja e immediatamente imposto come titolare, sovvertendo ogni gerarchia esistente per far posto a un bestione capace di tener su la squadra, di farla salire, di aiutarla, di sostenerla, di darle fisicità, centimetri, chili, però anche i gol, diamine, perché senza proprio non si può.

E cercava i gol anche Ezequiel Lavezzi, un uomo un assist, il dribblomane dell’ultima ora, al quale però segnare serviva eccome, non solo per assecondare un istinto famelico ma pure per tacitare le voci sulle sue scorribande notturne divenute oggetto di discussione. Cercavano se stessi, Zalayeta e Lavezzi, gioiellini per centottanta minuti, gemelli del gol da trovare a ogni costo, affinché l’astinenza non diventasse una preoccupazione, affinché Udine e Sampdoria non restassero echi d’una estate ormai finita.

E poi, in un’altra notte da lunapark del calcio, ritrovato tutto d’un fiato il feeling con il gol, con l’area di rigore, con la rete; ma ancora in tandem, di nuovo in tandem, per stendere la Roma, per piovere tra capo e collo alla squadra più bella d’Italia, e fermarla. Bomber a becco asciutto, che tenevano a secco l’intero serbatoio di gol. Eppure non c’è alcuno, manco giurando, che si sarebbe spinto a prevedere un più atomico di quello esibito fin qui, secondo solo alle scoppiettanti Inter, Roma, Fiorentina, Juventus, ma pure più prepotente di Lazio, Milan, Palermo.

Otto partite, cosa volete che siano nell’universo del campionato italiano: però, otto partite condite da quattordici reti, servono per capire, aiutano l’autostima, tracciano un solco con il Napoli sparagnino dell’anno scorso. Quattordici reti in otto giornate, quasi due a partita: uno sballo. E un anno fa, pure in presenza di una promozione diretta, cinquantadue reti in quarantadue partite, un attacco normalissimo, sistemato nel bel mezzo del mucchio.

Otto reti in quattordici giornate rappresentano un modo come nessun altro per sottolineare che ora l’anima va ben al di là della trequarti di campo, che c’è una squadra che ha smesso di guardarsi le spalle. Il quarto Napoli di Reja non sarà ancora una macchina da gol, una giostra che non si ferma mai, ma è pur sempre un carillon sempre acceso. Il quarto Napoli di Reja non è solo il Panterone, quattro gol, non solo Lavezzi, due gol; il quarto Napoli di Reja è anche Hamsik, due gol come il Pocho, è Domizzi, tre gol tra campionato e Coppa, che da centrale difensivo va alla riscoperta della sua vocazione offensiva, è Sosa che non finisce mai di stupire.

Il quarto Napoli di Reja è anche Calaiò che contro la Sampdoria entra al 45’’ e al 47’’ per poco non la mette dentro con la complicità di Bogliacino; e poi De Zerbi, quattro milioni di euro rifiutati per tenerselo con il suo talento, i suoi guizzi, le sue legittime aspirazioni. Il quarto Napoli di Reja stupisce dalla cintola in su, essendo capace di duellare con la Roma, la Juventus, l’Inter o la Fiorentina, e di essergli appena un pelino, ma anche di sistemare alle proprie spalle il Milan campione d’Europa e la Lazio concorrente di Champions.

Il quarto Napoli di Reja è una squadra a trazione anteriore che ha cominciato a battere altre strade, a cercare novità anche tattiche, a lasciarsi andare dolcemente con i Lavezzi, i Zalayeta, gli Hamsik, i Domizzi e i Sosa, aspettando però Paolo Cannavaro e Calaiò, De Zerbi e Bogliacino, e magari chiunque altro voglia. Perché cambiare conviene...



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Fabio Cannavaro: "Il Napoli mi ha sorpreso.."


Buenos dias, Fabio Cannavaro. E’ pronto a riconsegnare il Pallone d’Oro? «Il mio me lo tengo stretto... Ci penserà France Football ad assegnarne uno nuovo». A chi? «Kakà, credo. Sarebbe una scelta giusta. Però... io lo avrei dato anche a Pirlo. Che, rispetto a Kakà, l’anno passato ha trionfato al Mondiale».

A proposito, è cominciato il conto alla rovescia per Scozia-Italia... «Una partita importante da preparare con tranquillità, dimenticandosi di essere i campioni di Berlino. A Glasgow ci attende un’atmosfera difficile e un avversario motivatissimo». Adesso sotto con Napoli-Juventus. «La vedrò, per forza di cose. Si affrontano due squadre a cui sono legatissimo: quella dei miei sogni di bambino, dove tra l’altro gioca mio fratello, e quella di un periodo della mia vita indimenticabile».

Chi vincerà? «Per favore, non me la faccia questa domanda. Spero che sia una sfida spettacolare e quindi vinca lo spettacolo. Le piace come risposta?... Guardi, le confesso che tifo per il Napoli, perché è normale, sono napoletano. Però della Juventus conservo un ricordo bellissimo».

La Juventus seconda in classifica a tre punti dall’Inter la sorprende? «Neppure un po’... Chi conosce lo spogliatoio bianconero sa perfettamente che all’interno c’è un gruppo di professionisti straordinari, abituati a lottare al vertice.

Non tutti possono vantare campioni come Buffon, Camoranesi, Nedved, Trezeguet, Del Piero».Se la Juventus non la ha sorpreso, per lo meno il Napoli l’ha colpita in positivo? «No, no... Mi ha proprio sorpreso, il Napoli. I dirigenti sono stati criticati per il mercato, in realtà i fatti stanno dando ragione a chi ha saputo operare con intelligenza, senza rincorrere i nomi a effetto ma puntando su giocatori interessanti. Da Hamsik a Zalayeta, da Lavezzi a Blasi...».
Francesco Caputo (tuttosport)
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DI MARZIO: REJA FA BENE A CONFERMARE L'UNDICI DI ROMA
Il telecronista e giornalista Sky, Gianluca Di Marzio, intervenuto ai microfoni di Radio Marte ha dichiarato: "Come si fa a non confermare la squadra che ha fatto un grande rsultato a Roma? Credo sia giusto confermare gli undici che hanno strappato un risultato così importnate all'Olimpico. Cupi credo che con la sua velocità si adatti molto bene alla difesa del Napol, Garics ha grandi margini di miglioramento e potrà fare sicuramente bene anche contro la Juventus. Già dalla partita col Genoa la difesa ha iniziato a scricchiolare, poi a San Siro con quei due fuorigioco fatti malissimo e nel primo gol con tutti i difensori su Ibrahimovic. Errori insoliti per la difesa del Napoli che poi si sono ancora verificati con la Roma con il reparto non incolpevole al 100% sui gol. Quindi il mister fa bene a lavorare sugli schemi difensivi anche perchè Trezeguet è un attaccante molto pericoloso. E' la posizione di Del Piero che può mettere in difficoltà il Napoli, quando i giocatori si mettono tra le linee il Napoli ha sempre delle difficoltà. Sono sicuro che Ranieri giocherà con tre attaccanti, costringendo i due esterni del Napoli a giocare bassi. Fa bene Ranieri che però perderà un uomo a centrocampo lì dove il Napoli sta facendo benissimo con Gargano, Hamsik e Blasi. In molti si sono ricreduti su Lavezzi, compresi alcuni miei colleghi di Sky e a dire il vero anche alcuni giocatori del Napoli che avevo sentito durante il ritiro, dei quali però non faccio nome. Lavezzi è cambiato molto dal ritiro in Austria dove era arrivato non al massimo della sua condizione. Gli manca solo un ruolo definito. La squadra approfitta delle sue caratteristiche. E' un ragazzo molto tranquillo e molto serio anche in allenamento. Un paio di mesi fa a Castelvolturno Sosa me lo presentò e lui mi fece una battuta: 'Sky? No io digitale terrestre!', anche se poi l'ho dovuto aiutare a mettere Sky a casa, ma da quella battuta capivi che era diventato già uno del gruppo. Si è inserito molto rapidamente".
Redazione NapoliSoccer.NET
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