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SSC Napoli

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2007 00:32
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VITALE (DS EMPOLI): IL NAPOLI FA PAURA, "E' la squadra più in forma del momento"
Giuseppe Vitale, ds dell'Empoli, ha fatto il punto sul momento del club toscano dopo il pari con la Lazio e in vista della sfida di domenica contro l'Empoli. ''Siamo contenti del punto conquistato all'Olimpico perché abbiamo giocato una buona gara - ha detto Vitale a Radiogoal su Kiss Kiss Napoli - non abbiamo subito la pressione della Lazio e questo ci ha ricaricato dopo le prime due sconfitte. Ora però pensiamo al Napoli, una squadra che viaggia sulle ali dell'entusiasmo e che viene da due vittorie importanti. Quella partenopea è una formazione che fa paura, attualmente ritengo sia la compagine più in forma di tutta la serie A. Rispetto all'esperienza di Empoli, ho visto un Zalayeta maturo e cresciuto''.
Fonte: Repubblica.it
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Lavezzi si scusa «Volevo segnare»


Due reti alla seconda di campionato contro l’Udinese, un gol ieri: Marcelo Zalayeta segna ancora e non ha intenzione di fermarsi. «Contento, sono molto contento», sussurra uscendo dallo spogliatoio con la consueta espressione truce che si trasforma in un sorriso dolce quando incrocia moglie e figli nella pancia del San Paolo. Zalayeta segna, Napoli sogna, per gli avversari sono incubi veri quando c’è lui di fronte.

Ieri pomeriggio al San Paolo ha creato sette occasioni compresa quella della rete: e proprio il gol del vantaggio sulla Samp regala un’immagine precisa del suo cinismo, della cattiveria, delle capacità di far male che solo i grandi bomber sanno avere. Mentre la difesa della Sampdoria si impappinava, Zalayeta era lì a un passo, pronto a rubare la palla per prendersi beffa degli avversari: un guizzo da «panteron», il soprannome che lo segue da sempre e che lui porta con nonchalance. «Sono contento», ha detto laconicamente, in attesa che venga il suo turno di finire ufficialmente davanti a microfoni e taccuini.

Avrebbe voluto raccontare della traversa piena colta dopo venti minuti, del pericoloso colpo di testa che ha preceduto di sei minuti la rete, del destro calciato in chiusura di primo tempo e di quello scagliato a inizio ripresa. Tanti gol falliti per uno segnato, quello buono, quello del vantaggio. Tre reti in tre giornate, Zalayeta ha ritrovato il suo ritmo, la voglia grande. Pareva che l’addio alla Juve gli avesse tolto un pizzico di verve: non era vero.

Il panteron è tornato quello di una volta, il gigante d’ebano che si prende le sue responsabilità e, talvolta, ne paga anche le conseguenze. Accadde in fase di qualificazione ai mondiali con la sua nazionale, l’Uruguay: sbagliò il rigore decisivo contro l’Australia e disse addio a Germania 2006, ma si rimboccò le maniche e ricominciò a lavorare, e segnare. Come sta facendo oggi a Napoli.

E un gol avrebbe voluto ieri pomeriggio il «pocho» Lavezzi. Ha fatto spellare le mani al San Paolo per le sue invenzioni, per quel cambio di passo che manda in crisi gli avversari e li costringe a risolvere in qualche maniera, generalmente colpendo duro. Non ha segnato il nuovo idolo di Napoli, ma ha saputo duettare ancora una volta perfettamente con il compagno di reparto Zalayeta: si sono cercati, spesso trovati, e hanno riproposto una piccola parte del repertorio già visto a Udine.

Quando Reja l’ha chiamato fuori all’ultimo minuto, per consegnarlo alla standing ovation del San Paolo, Lavezzi non è stato in grado di sorridere finché non si è avvicinato all’allenatore per scusarsi di non essere riuscito a fare gol: roba da ragazzo perbene, oltre che da campione.
Inviato da Salvatore Fasano - Rassegna stampa (Il Mattino)
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I Consigli di Capello


Perso Bianchi per una questione di principio («C’era l’accordo con la Reggina, però lui ha alzato il prezzo: non potevamo accettare», disse De Laurentiis sull’attaccante), il Napoli era alla ricerca dell’uomo per rafforzare la prima linea un mese fa, dopo la contestazione di metà stadio al presidente nella notte del Trofeo Birra Moretti. Reja ebbe l’illuminazione e chiese informazioni a Capello, suo amico da quarantacinque anni, su Zalayeta.

Arrivato nel 1998 a Torino, l’uruguaiano era stato spesso ai margini della Juve. Ceduto in prestito a squadre italiane e spagnole, molto raramente titolare in maglia bianconera. «Allora, Fabio, com’è questo ragazzo?». La risposta di Capello, tecnico di Zalayeta a Torino per due anni, quelli degli scudetti revocati, fu positiva sotto l’aspetto tecnico e umano. Così Reja chiese a Marino di prendere l’attaccante che avrebbe trovato poco spazio anche nella nuova Juve di Ranieri.

Zalayeta è forse il primo giocatore indicato dall’allenatore nei due anni e mezzo napoletani. È diventato pupillo di Reja («Gioca sempre, anche al settanta per cento della condizione») e punto di forza del Napoli. Lui, che al massimo aveva segnato 6 gol in un campionato, ne ha firmati tre in tre partite. Ottimo l’impatto di Zalayeta, perfette le prestazioni contro l’Udinese e la Sampdoria: ieri un gol, un assist, una traversa, altre tre reti sfiorate.

Merito di Reja e non solo. Merito anche del carattere di questo ragazzo silenzioso, che non si è lasciato andare quando spesso è finito in tribuna o in panchina, e non si è esaltato nei momenti felici. A Napoli l’uruguaiano è rimasto colpito dalla passione dei tifosi e dai numeri di Lavezzi. «Un fenomeno», ha sussurrato a Paco Casal e Daniel Delgado, i procuratori di Montevideo che lo seguono da quand’era ragazzo. Zalayeta e Lavezzi, il nuovo Sudamerica che infiamma Napoli.
Inviato da Salvatore Fasano - Rassegna stampa (Il Mattino)
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TOP 11- CUPI, BLASI E NATURALMENTE HAMSIK TRA I MIGLIORI IN SERIE A


La netta vittoria del Napoli sulla Sampdoria, fa sì che tra i migliori undici della settimana figurino ben tre azzurri: si tratta di Cupi, Blasi ed Hamsik. Anche l'Udinese può annoverare ben due calciatori tra i migliori, in virtù della prestigiosa vittoria sul campo della Juventus. Per il resto
giocatori dalla svariata provenienza, tra cui si segnala Bobo Vieri. Ecco la top 11 della terza giornata di Serie A, schierata con un lineare 4-4-2:

FORTIN: Ipnotizza dal dischetto Castellini evitando, momentaneamente, il pareggio del Parma. Incolpevole sul gol di Corradi, dà sempre sicurezza all'intero pacchetto arretrato del Cagliari. Esperto.

MAICON: Fornisce l'assist per Crespo, che consente all'Inter di sbloccare il risultato contro il Catania. Sempre costante nel proporsi in fase offensiva, riesce anche a coprire a modo la fascia destra. Stantuffo.

JUAN: Il difensore brasiliano si presenta nel campionato italiano con un gol bello ed importante, che spiana la strada alla vittoria della Roma sul campo della Reggina. Impeccabile negli interventi difensivi, si integra perfettamente con Mexes. Colonna

CUPI: Dopo diverse stagioni in cui i problemi fisici lo hanno letteralmente afflitto, dimostra di esser tornato quel difensore arcigno ma allo stesso tempo elegante che si guadagnò le luci della ribalta ai tempi di Empoli. Il Napoli ha fatto bene a puntare sul recupero del difensore romano. Ritrovato.

DESSENA: Il giovane terzino sinistro dell'Udinese mette letteralmente in ginocchio la Juventus, regalando un pallone d'oro a Di Natale, che deve solo accompagnarlo con la testa alle spalle di Buffon. Riesce ad esser puntuale, efficace e preciso sia in fase difensiva che in quella offensiva. Di prospettiva certa.

D'AGOSTINO: L'esterno del Cagliari, sostituisce Foggia, senza tuttavia farlo rimpiangere. Affonda sulla destra con faciltà, anche se la squadra non sempre sfrutta a dovere le sue giocate. Rincalzo di lusso.

BLASI: Il centrocampista nativo di Civitavecchia, sfodera una prestazione super, correndo e lottando come un leone per novanta e passa minuti. Recupera un'infinità di palloni ed è preciso anche in fase di impostazione. Fornisce la migliore risposta a chi si era dimostrato scettico dopo il suo arrivo in maglia azzurra. Gladiatore.

HAMSIK: Non poteva mancare lui, l'uomo di ghiaccio. Il ventenne centrocampista slovacco ha già conquistato Napoli con una prestazione al dir poco maiuscola condita da una rete da cineteca che chiude i giochi contro la Sampdoria. L'investimento di Marino e De Laurentiis si sta rivelando azzeccatissimo. Baby fenomeno.

DONI: Il centrocampista ex Maiorca, sta vivendo all'Atalanta una seconda gioventù. Illumina i neroazzurri con lampi di classe e colpi di genio, vedi la splendida punizione che Frey può solo guardare insaccarsi alle sue spalle. Duro a morire.

DI NATALE: Sta attraversando un momento magico e così dopo le due reti di Kiev che hanno consentito all'Italia di portare a casa tre punti fondamentali, regala all'Udinese una vittoria prestigiosissima sul campo della Juventus, facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto e trasformando in oro colato ogni pallone che tocca. Re Mida.

VIERI: Il Bobone Nazionale è tornato a fare ciò che meglio gli riesce, i gol. Certo ha qualche capello bianco in più, ma il fiuto per il gol non l'ha mai perso e la Fiorentina lo sa bene visto che Prandelli e Corvino hanno deciso di puntare su di lui.Ancora non è al top della forma, ma crediamo che di questo passo ci arriverà quanto prima. Sempre verde. pianetazzurro.
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De Laurentiis: Gli investimenti continuano


Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, e' intervenuto al "Processo di Biscardi" su 7Gold.

"Nessuno mi ha sparato addosso. Semplicemente mi sono risentito quando la società di Murdoch, Sky, ha dato un 5.5 alla nostra campagna acquisti prima ancora dell'inizio del campionato. Con questo atteggiamento hanno allontanato anche i futuri abbonati a Sky. Quel giornalista non si e' reso conto che avrebbe potuto creare un danno con i tifosi e a Sky. Secondo il loro ragionamento un tifoso poteva evitare di abbonarsi poiche' non ne valeva la pena."

"Il mio più grande acquisto e' stato Marino. So il lavoro che ha svolto all'Udinese, che ha portato in Champions. Non faccio la spesa perche' devo impressionare qualcuno. Io non devo impressionare nessuno. E' come se mettessi sotto contratto un attore da 30 milioni di dollari e lo facessi recitare in italiano. Marino ha carta bianca. Il 5.5 è un voto bastardo, che non significa niente. Un professore senza palle mette 5.5. Anche la Rai ha una posizione dominante per i diritti tv all'estero, che vende per un prezzo di pane. Sono cifre pari al 10 rispetto a quello che dovrebbero avere."

"Rispetto al dominus che dice o mangi la minestra o salti dalla finestra, io dico che non salto dalla finestra e non mangio la minestra. Io aspetto. Non mi arrabbio per il voto negativo. Se un critico dà un voto negativo ad un mio film e' perche' lo ha visto. Il calcio si può giudicare dopo 7-8 giornate. Chi lo fa prima o e' incompetente o e' in mala fede. Con Marino c'e' stata grande sintonia. Non buttiamo fumo negli occhi a nessuno. Questo e' un progetto in fieri. Il progetto e' aperto. Continueremo a fare i nostri investimenti. Un soprannome per Hamsik? Ci penserò". napolimagazine
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19/09/2007 01:43
 
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REJA: MI AUGURO DI ESSERE LA SORPRESA ANCHE TRA 10 GARE
"Siamo una squadra giovane ma matura". Usa un apparente ossimoro Edy Reja per spiegare il suo Napoli che vince, entusiasma e stupisce per usare un termine che sta diventando lo slogan beneaugurante di questa squadra.

Quindi si può ben dire che siete la sorpresa del campionato?
"Sì, effettivamente per ora siamo la sorpresa. Anche perché viviamo comunque una realtà da neopromossa. Abbiamo segnato 7 gol in due partite. Abbiamo battuto l'Udinese che si è confermata un'ottima squadra vincendo a Torino con la Juve. Abbiamo superato bene la Sampdoria che ritengo una squadra di fascia medio alta. Ovvio che è giusto fare i complimenti ai miei ragazzi. Ma mi auguro di essere ancora una sorpresa tra 10-15 turni, vorrebbe dire che saremmo in alta quota. Però ora è presto per definire le gerarchie del campionato".

A Napoli intanto non si parla più di salvezza, semmai di zona Uefa...
"Beh è anche giusto che i tifosi si entusiasmino. Napoli ha vissuto stagioni difficili tra serie C e serie B. E' bello e legittimo che adesso questa piazza possa divertirsi e tornare ad emozionarsi. Io dico che è prematuro dare giudizi di merito adesso anche perché ci sono squadre che sono partite in sordina e che non hanno ancora espresso il loro potenziale. Il Napoli è una squadra giovane e quello che per me conta è essere partiti bene. Molto spesso i giovani hanno bisogno di entusiasmo per dare il massimo. Può darsi che arriveranno momenti di difficoltà in seguito ma sono certo che questo gruppo nonostante la freschezza anagrafica ha anche la maturità giusta per affrontare le vicissitudini di una stagione lunga".

Adesso vi aspetta un ciclo di 3 partite in 8 giorni. Preoccupati per la fatica?
"No. Io intanto io penso solo all'Empoli. Non posso guardare a largo raggio. Ogni partita fa storia a sè. Io devo valutare la squadra di volta in volta. Ma non ho timore di eventuali affaticamenti perché ho una rosa lunga e valida. Anche gli uomini che al momento stanno giocando di meno io li considero alla pari degli altri. Dopo Empoli avremo due partite in casa in quattro giorni. Ma calcoli di certo non ne facciamo. Viviamo alla giornata".

Redazione NapoliSoccer.NET - Intervista tratta da sscnapoli.it
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GRAVA: CI POSSIAMO TOGLIERE DELLE BELLE SODDISFAZIONI
Il difensore del Napoli, Gianluca Grava, in un'intervista rilasciata a SkySport per il programma dedicato agli azzurri "Spaccanapoli" ha dichiarato: "E' presto per parlare di Champions. Questo è un campionato molto lungo e difficile. Il Napoli ha un ottimo gruppo e buone basi, sono convinto che quest'anno potremo toglierci grandi soddisfazioni. Dei nuovi arrivati all'inizo conoscevo solo Hamsik perchè ci avevo giocato contro lo scorso campionato. Bisogna fare veramente i complimenti al direttore Marino per questi giocatori giovani che ha portato a Napoli. Anche se giovani stanno dimostrando già il loro valore. Zalayeta si è inserito benissimo e lo sta dimostrando con i gol. Alla Juve era chiuso da grossi campioni ma anche li aveva fatto gol importanti. Ho esordito ad Udine con la fascia di capitano, una partita che sicuramente non dimenticherò mai, meglio di così non si poteva. Quando si è un gruppo si possono togliere grandi soddisfazioni. A me sta bene anche far gol 'ignoranti'. Far dei gol belli come quello di Hamsik sarebbe bellissimo ma mi accontento di farli anche 'ignoranti', dico così perchè ho piedi ignoranti". Il capitano mostra quindi i suoi tatuaggi, gli ideogrammi sono le iniziali delle sue figliolette, nonchè di sua moglie e la sua. Poì c'è un tatuaggio molto particolare, con una data: "La partita col Genoa, una data per me importantissima".
Redazione NapoliSoccer.NET
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INAUGURAZIONE STORE A PORTICI, TIFOSI IN DELIRIO E RESSA, Presenti i due azzurri Cannavaro e Montervino
Il Napoli in campionato vince e accende gli entusiasmi ed in citta' scoppia la febbre azzurra. Un esempio se ne e' avuto questa sera in via Leonardo da Vinci a Portici (Napoli), in occasione dell'inaugurazione del Diadora Fan-Shop, a cui hanno preso parte due giocatori azzurri Paolo Cannavaro e Francesco Montervino: strada chiusa al traffico, tifosi in delirio e forze dell'ordine impegnate alla meglio a districarsi nel servizio. L'arrivo dei calciatori, previsto intorno alle 18.30 e' slittato di oltre un'ora tanta era la folla e tanto difficile era far arrivare i partenopei a destinazione. Impossibile l'ingresso dei due tesserati nello store ed allora, studiate le misure di sicurezza del caso, i giocatori, scortati dalla polizia sono stati fatti salire - ed anche qui non sono mancati i problemi tanta era la gente che voleva stringere la mano, avere un autografo o farsi fotografare con i due - su un balcone al primo piano del palazzo che sovrasta il negozio. La folla in delirio ha salutato i calciatori: per loro urla, sventolio di bandiere e tanti cori. Alla fine della serata molti i tifosi in festa ma non sono mancati quelli delusi che, in fila dalle prime ore del pomeriggio, sognavano di poter stringere la mano al proprio beniamino. Tra i presenti anche il sindaco di Portici, Enzo Cuomo.
Fonte: ANSA
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SACCHI: "NON METTERE LIMITI ALLE POSSIBILITA' DEL NAPOLI", Lippi: "Sognare non è proibito, Napoli si goda questo momento"
«È bene non fissare obiettivi, ma è altrettanto bene non mettere limiti alle possibilità del Napoli». È il consiglio che Arrigo Sacchi dà agli amici di Napoli. «Sì, agli amici di Napoli perché del Napoli sono stato avversario, ma in quella città non ho mai avuto nemici - osserva l’ex-tecnico che attualmente è opinionista televisivo -. Ci sono sempre stati rispetto e stima tra di noi. Ricordo quando il Milan vinse al San Paolo e si aggiudicò lo scudetto contro il Napoli di Maradona: uscimmo tra gli applausi. Quel giorno, il Napoli perse, ma Napoli vinse per la sua sportività». Sacchi ha visto in televisione il Napoli di Reja. Ne loda il gioco e la condizione fisica: «Dopo l’esordio non scoppiettante, c’è stata una risposta perentoria. Il Napoli ha battuto due squadre toste, esperte: Udinese e Samp. Ho apprezzato la fluidità della manovra, la bravura di alcuni singoli, ma soprattutto il gioco della squadra». Merito, dunque, a De Laurentiis e a Marino. «Non conosco De Laurentiis, ma l’ho ascoltato: mi è parso un uomo serio, che non vende fumo e ha rispetto dei bilanci. Conosco, invece, Marino. L’ho sempre stimato. È un dirigente che sa operare. senza sperperare il denaro del club: ha acquistato giovani talenti». Hamsik giocava a pochi passi da Milano e Lavezzi era già stato in Italia, al Genoa... «Marino è stato bravo ad ingaggiarli. Non possono che migliorare. E con loro, il Napoli». Marcello Lippi, campione del mondo con l’Italia in Germania, segue sempre con affetto il Napoli: «È stata breve la mia permanenza a Napoli, ma è una città che mi ha conquistato. Sono felice che la squadra di Reja abbia ottenuto due risultati splendidi dopo la falsa partenza». Napoli, ora, sogna. È giusto, è logico? «Sognare non è proibito, ma suggerisco di sognare ad occhi aperti. Guai a pensare che tutto sarà sempre facile. Dove potrà arrivare il Napoli nessuno può dirlo ora. Prendiamo atto delle buone individualità, della velocità nella manovra, delle belle triangolazioni. Napoli si goda questo momento». «Calma, il Napoli è solo al primo anno di serie A - dice Capello, uno dei migliori allenatori del mondo, attualmente opinionista della Rai -. Gli azzurri giocano bene ed il merito è anche di Reja. Si parla tanto degli allenatori emergenti, diamo atto a Reja di quanto ha fatto a Napoli in tre anni. È presto per pronosticare un obiettivo, prendiamo atto che stiamo vedendo un bel Napoli». Anche Ottavio Bianchi, il tecnico del primo scudetto, loda il lavoro di Marino e di Reja: «Sono stati bravi a riportare sùbito la squadra in A. Napoli si gusti in serenità il momento, senza pensare che tutto sarà facile. Il Napoli non era il più scarso dopo il Cagliari, non è il più forte, ora». Infine, Ramon Diaz, il tecnico del San Lorenzo che durante lo scorso campionato ha allenato Lavezzi: «Qualcuno ora si sta meravigliando del rendimento di Lavezzi. Dissi ai napoletani che Marino aveva ingaggiato un fuoriclaasse... Il ragazzo è in crescita e con lui crescerà la squadra. Ho visto che il Napoli è una buona formazione, che pratica un ottimo gioco ed esalta le qualità del ragazzo: insieme possono puntare in alto».

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DOPO TRE GIORNATE RADDOPPIATO IL VALORE DELLA SQUADRA
Ezequiel Lavezzi, preso dal San Lorenzo per sei milioni di euro, oggi ne vale almeno dieci; Marek Hamsik, strappato al Brescia e alla concorrenza di grandissimi club, per cinque milioni e mezzo, attualmente viene valutato otto milioni, ma la cifra è ritenuta ancora bassina rispetto al reale valore del giocatore. Più contenuta la percentuale di crescita del valore di Walter Gargano che non ha ancora mostrato fino in fondo tutte le sue qualità. Il valore del Napoli cresce a vista d’occhio. Complici i risultati esaltanti e anche l’immensa passione del popolo azzurro che trasforma in idoli i giocatori. Il Napoli, per adesso, è una miniera d’oro, valore raddoppiato in sole tre giornate; merito delle scelte di Pierpaolo Marino e delle doti dei calciatori, anche se - avverte chi s’intende di mercato - le valutazioni reali vanno fatte alla fine della stagione dopo aver seguito un giocatore sul lungo termine. Ma i miracoli del Napoli non sono solo quelli dei campioni, delle grandi prestazioni e dei giocatori che finiscono in vetrina. Nel gruppo azzurro c’è un giocatore che è l’incarnazione della grinta, della tenacia e della voglia di riscatto. Si tratta di Andrea Cupi che alla fine della scorsa stagione non aveva un valore di mercato perché era lontano dal gruppo. Messo fuori gioco dalla pubalgia che non gli aveva dato tregua e l’aveva allontanato dal prato. Adesso Cupi è rientrato, gioca, e nel suo piccolo contribuisce a far lievitare il valore della squadra. Il giocatore sarà protagonista oggi pomeriggio della rubrica «SpaccaNapoli», in onda alle 18,30 su Sky sport 1. «Dopo quello che mi è successo, adesso per me è una vittoria anche solo correre... mi sento rinato, una persona nuova, un calciatore nuovo». Cupi ha parlato anche dei momenti più duri: «Sono stato fermo un anno e tre mesi, è stata durissima ma non ho mai mollato anche perché questo è il mio mestiere e se non ce l’avessi fatta sarei andato a lavorare in fabbrica con mio fratello. Mi sono operato in Belgio il 28 agosto, dal professor Martens, la prima settimana non potevo muovermi dal letto, c’era un mio amico fraterno che mi dava da mangiare e mi cambiava... maledetta pubalgia, senti delle fitte che non ti permettono di andare alla tua velocità, di fare quel che vorresti. Ti senti finito. Io invece ora sono rinato».

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