00 19/09/2007 15:22
Napoli, premiata fabbrica del gol


CASTELVOLTURNO – Ma voi ci aveste creduto mai? Alzi la mano il sincero ottimista del villaggio globale azzurro: alzi la mano ma produce anche testimonianza, perché sette reti in due partite, a metà agosto, non le avrebbe pronosticato nessuno? E non c’è alcuno, manco giurando, che si sarebbe spinto a prevedere un attacco atomico del Napoli, secondo solo alla Juventus, pari alla Roma, più prepotente di Inter e Milan.

Tre partite, cosa volete che siano nell’universo del campionato italiano: però servono per capire, aiutano l’autostima, tracciando un solo tra il Napoli sparagnino dell’anno scorso. Sette reti in tre giornate, uno sballo; e, un anno fa, pure in presenza d’una promozione diretta, cinquantadue reti in quarantadue partite, un attacco normalissimo, sistemato nel bel mezzo del mucchio.

Sette reti in tre giornate, un modo come nesun altro per sottolineare che il Napoli ha cambiato pelle, che ora l’anima va ben al di là della trequarti di campo, che c’è una squadra che ha smesso di guardarsi le spalle, di curarsi della fase difensiva. Il quarto Napoli di Reja è una macchina da gol, una giostra che non si ferma mai, un carillon sempre acceso.

Il quarto Napoli di Reja non è solo il panterone, tre gol in due gare e mezza, ma è anche quel Lavezzi che induce al delirio collettivo con accelerazioni e assist, e Hamsik che s’inventa doppi passi nell’area avversaria, è Domizzi che da centrale difensivo va alla riscoperta della sua vocazione offensiva, è Sosa che non finisce mai di stupire. Il quarto Napoli di Reja è anche Calaiò che contro la Sampdoria entra al 45° e al 47° per poco non la mette dentro con la complicità di Bogliacino.

E già, Bogliacino: l’uomo della provvidenza d’un anno fa scivolato ai margini, però pronto a sfruttare ogni centimetro di quel campo, domenica, contro la Samp ; e poi De Zerbi, quattro milioni di ero fissati per tenerselo con il suo talento, i suoi guizzi, le sue legittime aspirazioni.

Il quarto Napoli di Reja stupisce dalla cintola in su, avendo dato dimostrazione lampante di una effervescenza assoluta, essendo stato capace di duella con la Roma – Totti, Vucinic, Giuly, Mancini, Taddei: avete presente? – e di essere appena un pelino dietro alla Juventus – Trezeguet, Del Piero, Iaquinta, Nedved: chiaro? – e di sistemare alle proprie spalle l’Inter campione d’Italia e il Milan campione d’Europa.

Il quarto Napoli di Reja è una squadra a trazione anteriore che ha completamente abbandonato la sua natura recentissima e ha cominciato a battere altre strade, a cercare novità anche tattiche, a lasciarsi andare dolcemente sugli scatti di Lavezzi e Zalayeta, sulle accelerazioni di Hamsik; di poggiarsi sulle spalle solide di Domizzi e Sosa, aspettando però Paolo Cannavaro e Calaiò, De Zerbi e magari chiunque altro voglia. Perché cambiare conviene…
Inviato da Mencocco Fabio – Rassegna Stampa (corriere dello sport)