00 12/09/2007 15:45
Che favola ... di sorriso!


C’era una volta un bambino dai grandi occhi blu, dal sorriso disarmante e dal caschetto biondo che, palla al piede, scorazzava felice sui campetti in terra di Fuorigrotta. Aveva appena otto anni quando è entrato a far parte dell’ Italsider di Bagnoli e solo tre anni dopo vesta la maglia azzurra della sua città. E' il 1987 e Fabio fa parte delle giovanili della formazione partenopea, quando vince il primo di una lunga serie di trofei: il campionato allievi.

Vivere a Napoli in quegli anni, vivere il Napoli di quegli anni, vuol dire seguire ogni partita con il cuore in gola, perché c’è un folletto che calpesta l’erba del San Paolo, veste la maglia numero dieci e…di umano ha così poco!

Fabio è invece tra i fortunati, può respirare quell’aria magica e viene incaricato di fare il raccattapalle al San Paolo. Ha così modo di conoscere quello che poi è diventato il suo modello di difensore: Ciro Ferrara. Da Ciro, napoletano verace, Fabio erediterà la passione per gli anticipi in scivolata, rigorosamente “puliti”.

L’allievo poi, si sa, finisce per superare il maestro! Cresce così il piccolo Fabio, tra allenamenti e partite seguite a raccattare quelle “palle sacre” , le stesse che “accarezzava” il divino Diego. Ma la sorte a volte sembra divertirsi a giocare strani scherzi: lo scugnizzo, che militava nella primavera del Napoli, durante una partitella è chiamato a marcare proprio lui, Diego.

A pensarci oggi, forse era un segno del destino, una premonizione del livello a cui sarebbe arrivato Fabio! Allora però il giovane Cannavaro osò qualche fallo di troppo ai danni del suo idolo, dell’intoccabile Diego e questo gli procurò un richiamo da parte dei dirigenti partenopei. El Pibe però prese le difese dell’ enfant prodige, tessendo le lodi del gioviale Fabio.

Ha vent’anni Fabio quando esordisce nella massima serie vestendo i colori della sua città ed avendo davanti la blasonata Juventus. E' il marzo del 1993, Maradona a Napoli è ormai soltanto un troppo bel ricordo e Fabio fa parte della prima squadra. Difficili quegli anni per i partenopei, che devono fare i conti con un passato troppo ingombrante.

Il ventenne Fabio si mette subito in mostra, le sue doti sono ben visibili a tutti, ma da solo è troppo difficile trascinare avanti questo Napoli. Nel 1995 Fabio lascia Napoli per Parma, dove diventerà da subito, accanto a Thuram, un pilastro della granitica difesa emiliana. I gialloblù collezionano successi su successi in quegli anni e quando il centrale francese lascia Parma per Torino, casa Juventus, Fabio diventa capitano del Parma.

Ormai sul talento di Cannavaro non si discute, nella cittadina emiliana è un idolo. Seguiranno stagioni nell’Inter, nella Juventus e poi approda a Madrid, dove tuttora milita. Fabio si è distinto durante il Mondiale che l’Italia ha vinto in Germania e non soltanto perché ha creato il “nuovo muro di Berlino”, anche per il comportamento che il Capitano ha sempre tenuto in campo.

La politica di Cannavaro pare essere un sorriso non si nega a nessuno, neppure agli avversari iper nervosi che dispensano falli impietosi. Fabio si rialza, guarda colui che lo ha colpito e sfodera un sorriso disarmante... Tutti appaiono allora sconcertati… ma come farà mai ad essere sempre così disponibile?!

Raramente protesta. Per i giornalisti, anche per quelli che non brillano certo per delicatezza, ha solo battute ed il solito sorriso, non lo vedrete mai infastidito né poco disponibile, anche quando davvero si esagera. E purtroppo accade. Troppo spesso.

Di critiche a Fabio se ne sentono tante: “ha lasciato la Juve, è come tutti gli altri, pensa solo ai soldi”. Indovinate come risponderebbe lui? Già, questa volta sorridiamo noi al suo posto, noi che crediamo che questo ragazzo meriti solo il meglio e che chiunque si sforzi di trovargli un difetto per criticarlo, da lui ha tutto da imparare….Soprattutto, a sorridere!

Stasera continua la tua corsa in Nazionale verso l’Europeo, l’ Italia non potrebbe avere capitano migliore e poi…quella maglia azzurra non è così lontana da quella partenopea, che ci auguriamo tutti un giorno tornerai a vestire.

Intanto domani è il tuo giorno e per la spontaneità, l’umiltà , la freschezza e la lealtà che non hai mai perso, permetti di augurarti un BUON COMPLEANNO DI CUORE, CAPITANO!
Redazione Calcionapoli1926.it - Ursula Cospito