00 07/09/2007 15:20
LAVEZZI: FARO’ VENTI GOL!


Ma che uomo era, quello lì? Visto da vicino, pareva un extraterrestre, con quella zazzera indefinibile, con quegli scatti strappacoronarie, con la follia dei sudamericani, il loro estro, la loro gestualità, la musicalità persino nel corpo: tano, senor! Ma che uomo era quel Lavezzi là, un allungo e poi un altro ancora, una scheggia impazzita a vagar per il campo, senza offrir riferimenti senza concedersi al nemico, senza indietreggiare, senza paura: già, che bomber era?

Un’ora e mezza, a volte basta poco, per accorgersi che c’era qualcosa di buono sotto quella chioma portata a spasso a cento all’ora sull’erba del Friuli, d’improvviso apparsa più verde: 5-0 per il Napoli, primo gol con assist di Lavezzi, un rigore reclamato su Lavezzi, terzo gol fantastico di Lavezzi, e poi un dribbling secco, una finta, un’ubriacatura collettiva.

"MA io posso fare ancora di più". E dunque: cosa nascondeva ancora, quel Lavezzi, l’elettricista divenuto attaccante, "il miglior giovane del calcio argentino" (Ramon Diaz), "un talento che ha meno potenza ma forse qualcosa più dal punto di vista tecnico di Tevez" (Fabio Capello). "Non sono Maradona, ma ho ancora da esprimere il meglio di me".

La meglio gioventù della serie A s’è gia impossessata di Ezequeiel Lavezzi, ventidue anni consumati a correre per il campo, a inseguire sogni. "Visto che scommettono su quanti gol farò, proviamo a farne venti". Il massimo storico, per un dribblomane innamorato delle suggestioni emotive, un altruista d’antica generazione: "E’ vero: a me un passaggio smarcante da le stesse sensazioni di una rete. Mi piace regalare gioie ai compagni. Mi piace regalare soddisfazioni ai tifosi. In qualsiasi modo".

Udinese-Napoli è la sintesi d’un repertorio espresso a campo largo, focalizzato in ogni sua espressione, arricchita dalla fantasia tipica di un sudamericano deciso a vivere di luce propria. Un ex elettricista sa bene come si fa.
Inviato da Fabio Mencocco – Rassegna stampa (Corriere dello Sport)